Guai a chiamarlo stilista. Valentino appartiene a una tradizione di couturier che hanno fatto della cura sartoriale il cuore delle loro creazioni. Nato nel 1932 con il nome di Valentino Clemente Ludovico Garavani, a 30 anni anni diventa per la moda, e per il mondo, semplicemente Valentino. L’ultimo imperatore, come da titolo del film dedicatogli dal regista statunitense Matt Tyrnauer nel 2007, festeggia oggi 83 anni, lasciandosi alle spalle un percorso sartoriale incantevole che sa di classe e passione. Come passionale è il Rosso da lui coniato, una particolare sfumatura tra il carminio, il porpora ed il rosso di cadmio, nato dalle suggestioni di un viaggio in Spagna, e che ben si presta a emblema di una cifra stilistica elegante ma mai sontuosa, amante del bello e dell’armonia, perché, per dirlo con parole sue “L’eleganza è l’equilibrio tra proporzioni, emozioni e sorpresa“

Il primo fallimento e la consacrazione di Vogue
Una rapida gavetta tra Parigi e Milano, quindi, appena ventenne, la collaborazione nell’atelier di Guy Laroche, e, nel 1957 la fondazione del marchio Valentino insieme ad alcuni soci, fra cui il padre. Troppo alti i costi di gestione, troppo pretenzioso il gusto per il lusso del giovane couturier: la prima esperienza sartoriale si chiude con una bancarotta. Sarà la collaborazione con Giancarlo Giammetti, e la condivisione con il giovane architetto di aspirazioni e idee, che lo porteranno, nel 1959, all’inaugurazione del suo atelier a Roma in via Condotti e a diventare, nel 1962, il nome rivoluzionario del prêt à porter, consacrandolo definitivamente punto di riferimento anche nel mondo dei non addetti ai lavori.

In quegli anni due pagine che l’edizione francese di Vogue gli dedica lo eleggono protagonista tra i grandi nomi della Moda, mentre il ritratto del 1971 a opera del pittore statunitense Andy Warhol consegna il suo volto alla storia. Una storia che racconta maestria delle costruzioni e l’irraggiungibile raffinatezza della confezione, la sapienza nel maneggiare code, effetti di nudità, balze e scolli a V. I red carpet di tutto il mondo diventano passeggiata per i suoi abiti indossati dalle donne più famose, mentre le cerimonie griffate Valentino sono le più attese e fotografate. Ne 2001 Julia Roberts riceve il suo Oscar in un vintage Valentino e, come lei, altra 40 icone femminili contemporanee cedono alla meraviglia. Tra loro Ashley Judd, Gisele, Ines Sastre, Isabella Rossellini, Kate Moss, Liz Hurley, Milla Jovovich e Naomi Campbell.
Un percorso che continua ancora oggi, dopo l’abbandono del 4 settembre 2007, sotto l’egida del dolce stil novo dei nuovi direttori creativi Grazia Chiuri e Pier Paolo Piccioli che oggi a Roma celebrano l’inaugurazione del più grande flagship del mondo e guardano alla sfilata prevista per il 9 luglio sotto le stelle di PIazza Mignanelli. La storia continua.
[…] rivista di moda Vanity Fair, che ha raccolto immagini degli ultimi due anni di attività dello stilista italiano Valentino Garavani, prima dell’abbandono del 2007. Per il film sono state girate oltre 250 ore di filmati, e […]
[…] spingono da sempre le griffe ad attingere al fascinoso bagaglio di memorie della moda che fu. Così Valentino, che nel 2007 dedica la collezione d’addio alla professione alle suggestioni degli abiti […]
[…] spingono da sempre le griffe ad attingere al fascinoso bagaglio di memorie della moda che fu. Così Valentino, che nel 2007 dedica la collezione d’addio alla professione alle suggestioni degli abiti […]
[…] spingono da sempre le griffe ad attingere al fascinoso bagaglio di memorie della moda che fu. Così Valentino, che nel 2007 dedica la collezione d’addio alla professione alle suggestioni degli abiti […]