Questione di attimi, casualità, alchimie, vent’anni dopo eccole ancora insieme a sostenersi l’un l’altra.
Le Top model, le bad girls, giovani, belle, irraggiungibili, spesso viziate, ricche più di quanto potessero immaginare, lo star system le acclama come fossero esseri sovrannaturali, ma anche, amori tormentati, droga e depressione, il baratro dietro il make up perfetto.
Kate e Naomi, due istituzioni, due anime ribelli che insieme si completano.
Che siano ormai passati gli anni ’90 ce lo ricordano i calendari, internet, gli smartphone, l’assenza di permanente sulle chiome femminili, che non siano passate di moda anche la Moss e la Campbell?
C’è chi, in mezzo al caos delle passerelle, punta il dito sulla Kate 2.0, la dinamica Cara Delevingne che nel 1992 ci è nata! 177cm di pura bellezza londinese, occhi azzurri-verdi, capelli biondo scuro, non avrà l’affascinante strabismo di Venere della Moss, ma è diventata super famosa grazie alle sopracciglia oversize che il mondo intero le ha invidiato e copiato negli ultimi anni.
Sembra che il passaggio del testimone stia avvenendo a 360°, difatti, non c’è Kate senza Naomi come non c’è Cara senza la sua Jourdan.
Anno 1990, Jourdan Dunn, modella inglese dalla pelle cacao (di origine giamaicana come Naomi), debutta nel 2006 per Primark, esattamente vent’anni dopo prima copertina della Campbell per Elle.
La bellezza è indiscutibile e già dai primi anni della sua carriera è riuscita a conquistare posizioni di prestigio come “miglior modella dell’anno” agli British Fashion Awards nel 2008, oltre ad essere l’unica modella di colore a sfilare per Prada.
E se 20 anni fa Kate e Naomi per consacrare la loro amicizia si regalavano peluches e braccialetti, le modelle della nuova generazione si tatuano la pelle. Reso noto al grande pubblico tramite il profilo Instagram di Cara, le due modelle britanniche hanno tatuato due D sul fianco destro, le iniziali dei loro cognomi.
Ammettiamolo, chi non ci ha pensato almeno una volta nella vita di tatuarsi qualcosa con la propria migliore amica?
Sarà che di queste belle e un po’ dannate piace questo, il coraggio di buttarsi nelle esperienze e nella vita con una spensieratezza incontrollata, la vivacità dei vent’anni non mascherati dalle rigidità dei protocolli dello star system. Guardi una pubblicità in cui compare Cara e ti sembra di conoscere quella ragazza, come se ci fossi uscita tutta la vita insieme; l’hai vista ingurgitare hamburger, mettere le mani nel naso e questo la fa apparire più reale, tutto ciò grazie ai social che oggi permettono di tenerci in costante aggiornamento anche con i personaggi più impensabili.
Qui, infatti, sta la grandezza di Kate e Naomi, capaci, in un’era in cui l’ideatore di Facebook non era neanche nato, di farsi vedere donne, ribelli, forti e deboli allo stesso tempo, capaci di farsi conoscere e riconoscere per pregi e difetti e di aver dato sempre un grande messaggio di unione e solidarietà, l’una nei confronti dell’altra, in un mondo in cui tutto così perfetto sembra anche tutto così finto.
Probabilmente aveva ragione Jesse Owens a dire che:“Le amicizie nate sul campo durante le gare sono le vere medaglie d’oro in una competizione. I premi col tempo si consumano, mentre le amicizie non si ricoprono di polvere.”
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