Un velo azzurro da mille e una notte, che copre la testa e lascia scoperti il busto e i seni: comincia così la carriera di Jean Paul Gaultier, ancora apprendista per il pret-à-porter di Pierre Cardin nel 1970. Provocatorio, stravagante, fuori dagli schemi: lo stilista francese viene celebrato con una mostra-evento a Parigi. Manichini parlanti, 175 abiti, fotografie, schizzi, estratti di film e videoclip, accolti nella scenografia spettacolare al Grand Palais fino al 3 agosto, raccontano il percorso artistico dello stilista, con qualche incursione nella vita privata, dall’inizio della carriera alle ultime collezioni.
“Non fu Madonna a indossare per prima il mio bustino a coppe coniche, ma il mio orsacchiotto!“
“Ho cominciato ad appassionarmi alla moda da piccolo, dapprima vestendo il mio orsacchiotto Nana e poi le donne in carne e ossa. Non ho mai pensato che sarei diventato famoso” racconta Gaultier, 62 anni, e addosso maglietta alla marinara e jeans, uno stile che non risente del tempo che passa. Nel 1976 la fondazione della sua maison e la prima collezione femminile al Palais de la Decouverte di Parigi. “La mia moda – ha spiegato- voleva mostrare fin dall’inizio una donna forte, con delle idee, e bisognava che potesse esprimerle. Per me non c’è un’unica bellezza, ma tante differenti. L’importante è la personalità, accettarsi per come si è“. Trent’anni di carriera che hanno trovato spunto e vitalità nella felice commistione con le altre arti: una sezione è dedicata alle sue collaborazioni più emblematiche, dal cinema provocatorio del regista Almodovar, al felice connubio con icone della musica pop come Madonna e Kylie Minogue, il percorso si snoda nella suggestiva ricerca delle muse inevitabili che ne hanno influenzato lo stile. Teri Toye, primo modello transessuale negli anni Ottanta, Eve Salvail col suo cranio rasato e tatuato, la cantante lesbica del gruppo Gossip, Beth Ditto, e ancora la drag queen Conchita Wurst.
“Ci sarà presto un nuovo movimento punk. La moda deve essere uno specchio della società“
Le scelte di Gaultieur incarnano da sempre le sfide di una società multiculturale, prestandosi critica pungente ai codici sociologici e estetici. E’ di pochi mesi fa la decisione di rinunciare definitivamente alla collezione di pret-à-porter per dedicarsi esclusivamente all’haute-couture: “Oggi c’è molto marketing, non si è più liberi – ha detto – Io sono troppo vecchio per questo“. E ha concluso: “La moda oggi si è imborghesita, c’è un aspetto molto conservatore. Ma questo permetterà di fare esplodere la creazione, in futuro vedo un nuovo movimento punk“. Dal 1971 a oggi un successo planetario, ma provate a chiedergli se ha ancora un sogno nel cassetto. “Si, creare i costumi per uno spettacolo di cabaret, tipo Folies Bergère”