“L’arte non diventa nuova prima che siano passati dieci anni perché solo allora appare nuova” dichiarava Andy Warhol, il padre della Pop Art. Figure come Vincent Van Gogh e Caravaggio vennero comprese fino in fondo alla loro morte, mentre il destino di un fotografo, se talentuoso, è già segnato dal successo: basta osservare le opere della mostra dedicata a David LaChapelle per rendersi conto che l’immagine va al di là del tempo e dello spazio a cui essa è relegata.
Questo percorso espositivo, accessibile al pubblico del Museo d’Arte Contemporanea di Lima fino al 26 aprile, mette in evidenza una ricerca trentennale dell’artista: ogni suo capolavoro è segnato dall’utilizzo spasmodico dei colori, da una composizione bizzarra e surreale, al limite tra il sogno e la realtà. David LaChapelle ha reinterpretato, in chiave moderna, uno dei movimenti più caratteristici del mondo dell’arte, il Barocco. Come nell'”Estasi di Santa Teresa” del Bernini, opera realizzata per la famiglia Cornaro, dove la donna è colpita da un’emozione violenta, il viso contratto in un’espressione di pura beatitudine e il corpo in preda ai tremori della visione; allo stesso modo si legge la fotografia “Deluge“ realizzata da LaChapelle, dove le gestualità dei protagonisti sono esasperate.
Una carriera stellare: David LaChapelle e le sue opere
Una grande esposizione celebrativa, una personalità così vulcanica e visionaria da incantare persino Andy Wahrol, tanto da spingerlo a realizzare un suo ritratto e a dargli l’occasione di collaborare con la neonata rivista di allora, “Interview Magazine“.
Da quel giorno, la vita di David LaChapelle cambiò e divenne popolare sia come fotografo, immortalando celebrità del calibro di Madonna e Elton John, che come regista: celebre il suo film “RIZE”, un documentario su una forma di danza nata presso la comunità afro-americana, il “Krump”. La pellicola fu premiata al Sundance Film Festival nel 2005.