Timido, obbediente e dal talento sovrumano, è la descrizione di un uomo che ha tessuto la sua vita con le stoffe più pregiate per farne un capolavoro, regalando al mondo intero la sua genialità artistica.
Messieur Christian Dior oggi avrebbe compiuto 110 e non possiamo non ricordare, a noi stesse e a voi, la sua incredibile storia di successo.
E’ il 21 Gennaio 1905, a Grinville, Isabelle e Alexandre Louis Maurice Dior danno alla luce il loro secondo figlio, Christian, ignari del fatto che il mondo intero avrebbe conosciuto questo nome.
Un ragazzo con la passione per l’arte ma che intraprende gli studi alla ‘École des Sciences Politiques spinto dal padre (imprenditore) a diventare un diplomatico. Rispettoso si, ma tenace, molto tenace, così che in periodi non proprio floridi decide di abbandonare gli studi e aprire nel 1928 un piccola galleria d’arte, la sua fortezza, il suo incontro con quell’io creativo, lunatico, favoloso che lo rende finalmente vivo. Bastano pochi anni e la galleria Dior diventa di grandissimo rilievo nel panorama parigino. Nomi illustri fanno da supporto e lanciano sempre più in alto il nome di Dior, artisti del calibro di Georges Braque, Pablo Picasso, Jean Cocteau e Max Jacob, giusto per citarne qualcuno. Ma la crisi arriva per tutti e Dior viene costretto a chiudere la galleria nel 1931, un anno tremendo per lo stilista che perde i genitori e il fratello maggiore.
Anni tristi ma la luce di Dior rinfrancherà presto tanto buio e, nel 1935, verrà acclamato per la sua bravura come vignettista per la rivista francese Figaro; mentre dal ’37 al ’39 ecco avverrà il primo incontro con ago e filo, disegnando per il noto stilista Robert Piguet. Tuttavia arriva anche la guerra e la chiamata al fronte: l’altalena della sua vita sembra non voler regalare un lieto fine ma sarà proprio da questa esperienza che un giovane, tenace e passionale Christian Dior troverà la forza e la giusta via per intraprendere il sogno.
Se da un parte la temutissima e irriverente Coco Chanel scardina le regole del bon ton femminile, eliminando corsetti e vestendo le donne da “garçon”, Dior srotola l’orlo delle gonne, riallungandole, osando, facendo un passo indietro, rischiando di ricadere in vecchi clichè ed è qui che si manifesta per la prima volta la grandezza di quest’uomo, il New Look.
La straordinarietà delle mise aggraziate, rotonde, soffici nelle forme e nei tessuti, la vita stretta, la gonna a tulipano, una serie di innovazioni riprese dal passato saranno la vera trasgressione del momento. Ritornare alle origini, coprirsi ed essere simbolo di eleganza e sensualità.
Gonne lunghe dal polpaccio in giù perché è facile essere ammirate quando delle gambe vien coperto ben poco, quando le grazie sono in bella vista ristrette in corsetti o fasciate da tubini.
La filosofia Dior stava e tutt’oggi sta, nel rendere di classe prima la donna e poi il vestito, l’eleganza come atteggiamento, come carisma, nel DNA prima ancora che nei bottoni gioiello.
Fluttuare e danzare negli abiti che, tagliati strategicamente, ogni anno davano vita nuova ad un corpo sempre uguale.
Nel 1947 lancia sul mercato la sua prima collezione dal nome “New Look” e nel 1948 apre il primo Atelier a New York.
Le donne del mondo non possono più farne a meno, ogni collezione è attesa con trepidazione, attente e meno attente al mondo della moda si lasciano trasportare dalla nuova “soluzione Dior” che ogni anno rinnoverà il suo stile.
Nel 1949 la linea è “illusione a pannelli intercambiabili”, nel 1950 la linea è verticale, la gonna tubolare e le braccia rimangono scoperte, nel 1951 la gonna, sempre più lunga e strutturata, valorizzerà e slancerà il busto, un anno dopo troveremo una vita morbida, sciolta e una gonna accorciata. Si punta sul seno, nel ’53, inventando le osannate gonne a tulipano, nel 1956 la linea si fa a freccia, assottigliando la figura e infine, nel 1957, un modello a sacco avvolge la silhouette in tessuti morbidi.
Poi la fine arrivata troppo presto proprio in quell’anno, al Grand Hotel & La Pace di Montecatini Terme, dove Il 50enne Christian Dior morí a seguito di un infarto.
La maison passò da allora per le mani di grandissimi artisti, arduo compito per loro ricalcare le orme di un mito.
A 110 anni dalla nascita dello stilista, noi vogliamo onorarlo così, ricordando l’uomo impavido e coraggioso, un ragazzo che in tempi di crisi, un po’ come i nostri, ha saputo mettersi in discussione, reinventarsi e creare su di se un mito immortale.
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