Sanremo, Festival del Cinema di Berlino, Golden Globes e Grammy Awards: questo 2015 è cominciato offrendoci, l’uno dopo l’altro, una serie di eventi mondani di grande prestigio in cui le star dello spettacolo si sono offerte, come di consueto, come vittime sacrificali di critici di alta moda e giornalisti vari. La polemica, il sarcasmo e anche qualche offesa gratuita sono sempre dietro l’angolo ma ormai i più famosi ci hanno fatto l’abitudine e non se ne curano; altri ancora devono farci il callo, come Emma che durante la terza serata di Sanremo, prima di scendere dalla scalinata, esordisce con simpatia: “Ne hanno dette di tutti i colori, e i capelli, e il trucco, e i vestiti! Almeno mettetemi una canzone da figa! “. Dalla cantante pugliese, però, abbiamo imparato l’importanza di prendersi poco sul serio, sempre ironica e sportiva, certo con qualche problema di lettura condiviso con Arisa, tanto che questo Festival è stato un susseguirsi di papere e pernacchie, da chiedersi se avessero provato prima almeno una volta.
Le critiche agli abiti dei vip, da Sanremo ai Grammy’s. Ma non vi piace niente?
Per i telespettatori italiani, di abiti non se ne salvava uno. Quello è gonfio, quello è a meringa, quello è banale, quell’altro poco elegante. Ci siamo trovati sommersi da commenti impietosi di presunti esperti di moda, la “fashion police de noartri“, composta da amici, parenti, blogger e Pina, la moglie del macellaio sotto casa, che hanno raso al suolo ogni tipo di outfit, pettinatura o scarpa abbiano visto sul palco dell’Ariston. E la musica? A qualcuno interessavano anche le canzoni per fortuna. Vince Il volo, il trio di giovani tenori, bravi per carità, ma un po’ carenti di appeal discografico.
I critici di moda della porta accanto, però, non sempre hanno avuto torto, ci sono stati effettivamente dei look poco dignitosi e stiamo ancora cercando qualcuno a cui dare la colpa: al gusto delle co-conduttrici, agli stilisti che le hanno vestite o a Enzo Miccio che era lì inviato per Real Time e non le ha avvertite del disastro imminente. Ci chiediamo quanto possa essere difficile vestirsi bene con costumisti, stylist e una barca di soldi a disposizione ma, d’altro canto, con una tale pressione addosso è facile sbagliare ed è altrettanto facile essere bersaglio di polemiche. Molti tra gli abiti criticati non erano per niente male e c’era, forse, da apprezzare di più una Arisa in Daniele Carlotta – quando non si infiocchettava il collo – che una spagnola vestita da spagnola in Armani Privè – vedi Rocio Mugnos Morales in rosso e chignon durante la prima serata.
Negli Stati Uniti sanno fare di peggio: Rihanna “Barbie principessa” e Madonna “torero in perizoma”.
Smettetela di lamentarvi per qualche scivolone di stile sul palco di Sanremo 2015, è niente in confronto ai Grammy Award’s dello scorso 8 febbraio a Los Angeles. Lì si che c’era da avere paura! Rihanna si è presentata in Giambattista Valli – che figura per la moda italiana! -, con un abito rosa piuttosto discutibile che mi ha fatto subito venire alla mente lo show “Il mio grasso grosso matrimonio gipsy”, sempre sul mio adorato Real Time.
Madonna fa il torero del burlesque, fondendo la Spagna e la Francia in un unico orrendo outfit, completato con il volgarissimo up skirt del tutto volontario in direzione dei fotografi. Quando la presentano dal palco la chiamano con l’affettuoso appellativo “Bitch, Madonna“, insomma signori, bisogna essere coerenti!
Infine, anche Kim Kardashian (sempre meglio del latex) e Lady Gaga non deludono le aspettative, seminude e incicciate. Che possiamo farci, sono artisti controversi, si devono scusare. Altre cantanti invece riescono sempre ad essere di classe e femminili: è il caso di Katy Perry in Zuhair Murad e di Taylor Swift in un turchesissimo abito della collezione ready-to-wear P/E 2015 di Elie Saab – che non ci delude mai. Ma la più bella in assoluto è la cantante 26enne Jhene Aiko che per i Grammy’s ha scelto di affidarsi alla classe di Alberta Ferretti…il risultato? La fotografia parla da sola.